PNRR
è la soluzione alla crisi?
Il PNRR è il programma di investimenti e di interventi che l’Italia ha presentato alla Commissione europea per rispondere alla crisi economica e sociale determinata dalla pandemia da Covid-19.
Cos’è il PNRR?
PNRR è l’acronimo di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il Piano supporterà la ripresa e la capacità di adattamento (la resilienza per l’appunto) attraverso l’utilizzo dei fondi stanziati dall’Unione europea nell’ambito del programma Next Generation EU.
Come si articola?
Il PNRR si articola in 134 investimenti e 63 riforme, per un totale di 197 misure ripartite in 6 missioni:
- Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
- Rivoluzione verde e transizione ecologica;
- Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
- Istruzione e ricerca;
- Coesione e inclusione;
- Salute.
Quali sono le riforme previste?
Tra le riforme contemplate quelle della Pubblica amministrazione e della giustizia (civile, penale e tributaria). Sono previste riforme dirette a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali. Tra queste: la semplificazione degli appalti pubblici, la legge sulla concorrenza, la legge delega sulla corruzione, la riduzione tempi di pagamento PA e del tax gap, la semplificazione e la razionalizzazione delle normative in materia ambientale, l’abrogazione e la revisione di norme che alimentano la corruzione. Previste, inoltre, riforme in materia di lavoro, politiche sociali e famiglie, istruzione, università e ricerca, trasporti, ambiente ed energia.
Vi sono anche delle riforme di accompagnamento che non ricomprese nel perimetro delle azioni previste dal PNRR, ma sono fondamentali per la realizzazione dello stesso:
- la riforma fiscale diretta a semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo e di ridurre gradualmente il carico fiscale, preservando la progressività e l’equilibrio dei conti pubblici. Si prevede, oltre all’emanazione di un nuovo Testo Unico, una revisione dell’Irpef, il proseguimento dell’azione di contrasto all’evasione fiscale;
- la riforma delle misure per la famiglia (il Family Act) con misure per il sostegno alle famiglie con figli, per la promozione della partecipazione;
- la riforma degli ammortizzatori sociali, attraverso la quale si intende allargare la platea delle aziende e dei lavoratori ammessi ai trattamenti di cassa integrazione guadagni e l’introduzione del salario minimo legale per i lavoratori non coperti dalla contrattazione collettiva nazionale, a garanzia di una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e idonea ad assicurare un'esistenza libera e dignitosa;
- la legge contro il consumo del suolo.
Incentivi alle imprese
Il Piano contempla numerose misure di sostegno alle imprese.
Per promuovere la transizione digitale del sistema produttivo viene rifinanziato il piano Transizione 4.0 con incentivi a sostegno degli investimenti privati in beni capitali tecnologicamente avanzati (materiali e immateriali), nonché in ricerca, sviluppo e innovazione. Altro capitolo importante del Piano è il supporto all’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese.
Molteplici gli strumenti di azione a favore del settore turistico: credito di imposta per le strutture ricettive; una sezione speciale del Fondo di garanzia PMI dedicata al settore turistico per facilitare l’accesso al credito per gli imprenditori che gestiscono un'impresa esistente o per i giovani che intendono avviare una propria attività; incentivi all’aggregazione delle imprese turistiche; potenziamento del Fondo nazionale per il turismo per la riqualificazione di immobili ad alto potenziale turistico e alberghi iconici per valorizzare l'identità dell'ospitalità italiana di eccellenza e favorire l'ingresso di nuovi capitali privati.
Quante sono le risorse stanziate dal PNRR?
I fondi a disposizione ammontano a 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021- 2026, dei quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi di euro prestiti, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, a cui si aggiungono ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali del Fondo complementare e 13 miliardi del React EU, il Pacchetto di assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori di Europa.